lunedì 2 gennaio 2012

LE RETI DELLA CITTA'


mercoledì 28 dicembre 2011

SOSTENIBILITA': IMPIANTISTICA INTEGRATA DI SCALA URBANA

Si apre con questo post il capitolo dedicato alla sostenibilità.
Quanto proponiamo di attuare con il nostro studio è figlio del senso di responsabilità che la nostra conoscenza di architetti ci impone nei confronti della società e del pianeta che ci ospita tutti: 

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 Lo sviluppo sostenibile, lungi dall’essere una definitiva condizione di armonia, è piuttosto un processo di cambiamento tale per cui lo sfruttamento delle risorse, la direzione degli investimenti, l’orientamento dello sviluppo tecnologico e i cambiamenti istituzionali siano resi coerenti con i bisogni futuri oltre che con gli attuali  »



In tal senso volendo pensare la sostenibilità a tutte le scale di progetto e trovandoci ora alla scala urbanistica, abbiamo individuato i sistemi che risultano modificati o danneggiati da un'edificazione e successivamente ipotizzato una serie di misure demandate a mitigare l'impatto su tali sistemi.

In breve:




Grazie a questa ricerca siamo ora in grado di pensare all'integrazione di tali sistemi con il costruito nella misura in cui possano costituire non solamente dei meri accessori tecnici dislocati arbitrariamente sul territorio, ma un insieme di occasioni sociali, economiche ed occupazionali da offrire alla comunità.

martedì 13 dicembre 2011

QUATTRO INTERVENTI URBANI

Quanto descritto nei post precedenti riguarda delle tipologie insediative rigide, che mantengono dei caratteri facilmente identificabili ed altrettanto facilmente replicabili. Queste tipologie di isolati e di tessuti pianificati risultano tuttavia percettivamente alienanti nella loro serialità.
Cosa accadrebbe se invece venissero proposte delle architetture che unissero i caratteri di più tipologie? Che tipi di spazi ne risulterebbero? Con quali peculiarità?
Per questo sono stati selezionati quattro (per ora) interventi urbani in cui viene superata la rigidità tipologica. Ognuno di essi può essere riconoscibile come la somma di caratteri più semplici già analizzati in precedenza. Ne derivano quindi architetture con nuovi pregi ma anche nuove criticità.
L'ultima riga interessa invece le nostre intenzioni: una volta visti e analizzati molti progetti da più punti di vista ma sempre con un metodo scientifico, abbiamo estrapolato alcuni aspetti che particolarmente ci interessano e che quindi particolarmente interesseranno il nostro progetto.

lunedì 12 dicembre 2011

ANALISI TIPOLOGICHE E DI TESSUTO URBANO PIANIFICATO

Avendo introdotto brevemente le macro possibilità di tessuto che si riscontrano nelle città di oggi
e considerando che la forma stratificata della città possiede delle caratteristiche intrinseche che hanno sempre permesso e permettono tuttora una buona vivibilità alla scala umana, andremo qui ad approfondire la forma della città pianificata.
Quello che ci interessa particolarmente è il rapporto che si viene a creare quando, ripetendo indefinitamente delle rigide tipologie edilizie, si genera tessuto urbano.
Il rapporto tra pieni e vuoti, il rapporto di vicinanza e la presenza di servizi e di spazi di socializzazione sono le caratteristiche che fanno la qualità di un luogo: il loro confronto con il risultato ottenuto in  porzioni di città pianificata esistenti porterà a delle conclusioni che faciliteranno e e dirigeranno le nostre scelte progettuali future.



La ricerca si protrae ulteriormente verso alcuni nuovi casi di pianificazione nei quali non si è utilizzato un rigido concetto di tipologia ma si è configurata l'urbe con un certo grado di conformità rispetto a quanto precedentemente esistente.
Le cuciture urbane risultano essere una fusione di varie tipologie edilizie, delle quali si è cercato di riproporre ed amplificare gli aspetti positivi e di eliminare o mitigare gli aspetti negativi.


All'interno del masterplan di Almere (NL) "de Citadel" dell'architetto francese Christian De Portzamparc rappresenta un grande passo in avanti per quanto riguarda il riavvicinamento alla tipologia stratificata di città: integrando differenti funzioni e servizi su vari livelli questo mega isolato è tagliato da due strade pedonali irregolari che generano spazi di socializzazione a misura d'uomo e ameni dal traffico veicolare che scorre al di sotto; la disposizione delle residenze permette di avere una densità ottimale e al contempo di fruire del verde pubblico integrato con la copertura del piano terreno dove insistono servizi, attività commerciali ed uffici allo stesso tempo. Il parcheggio sotterraneo permette di risparmiare prezioso spazio urbano.



domenica 27 novembre 2011

CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVE SUL TESSUTO URBANO

Come si disegna una città? Come si configura un ambiente urbano di qualità, che incentivi gli scambi e i rapporti sociali arricchendo la vita delle persone?
La risposta a queste domande, considerando la scala del progetto di urbanizzazione dell'ex S.D.O. Casilino (si parla di più di un centinaio di ettari) impone delle analisi e conseguentemente delle riflessioni che devono partire dallo studio dei tessuti esistenti, cercando di cogliere in essi i punti forti e i punti deboli.

Lo sviluppo dei centri urbani di tutto il mondo ha seguito per centinaia di anni il criterio dell'arbitrarietà e dell'aleatorio, e a parte gli esempi antichi di sviluppo pianificato (castrum romano e Pienza per citarne due noti)  questo fenomeno ha portato alla configurazione del tessuto urbano che siamo soliti identificare con i centri storici: questo tipo di tessuto prende il nome di città stratificata.


A partire invece dalla seconda rivoluzione industriale, in cui il richiamo delle fabbriche e del lavoro ha portato gli abitanti delle zone rurali ad accentrarsi nelle città, il criterio della stratificazione ha raggiunto ed oltrepassato i suoi limiti con l'apparizione, in un secondo momento, dell'automobile: a partire da questo momento storico si è palesata la necessità di prevedere e indirizzare l'espansione urbana, dando vita alla città pianificata.


Avendo identificato in maniera piuttosto semplicistica i due tipi di tessuto stratificato e pianificato, dalla loro osservazione derivano delle considerazioni altrettanto semplicistiche, che hanno lo scopo di inquadrarne le caratteristiche salienti.

La città stratificata è pensata e vissuta a misura d'uomo, in essa il sistema della mobilità è costituito generalmente da strade di dimensione contenuta, che sfociano in ampi spazi di socializzazione (le piazze); 
insita in questo tipo di tessuto urbano c'è l'articolazione degli spazi derivante dalla stratificazione:
le strade sono spesso tortuose e di dimensioni diverse l'una dall'altra, gli edifici non sono tutti allineati sul fronte stradale e le loro caratteristiche dimensionali e cromatiche sono anch'esse variabili.
Ne deriva una spazialità articolata di piccola scala ed un rapporto tra pieni e vuoti ben definito: piccoli vuoti (strade) e grandi pieni (edifici).
Questo tipo di tessuto è perfetto per densità abitative relativamente basse e per essere fruito spostandosi a piedi, ma denota gravi carenze (sanitaria e di ordine pubblico ad esempio) con alte densità abitative e quando per gli spostamenti si predilige un mezzo privato (carenza di parcheggi, inquinamento acustico e ambientale).

La città pianificata nasce per supplire a queste mancanze, vorrebbe essere anch'essa pensata per essere vissuta a misura d'uomo, ma la sua vocazione si è dimostrata quella di essere vissuta a dimensione di automobile.
In tal senso le strade sono più ampie, lineari, e non è più presente quell'articolazione degli spazi propria della città stratificata: il rapporto tra pieni e vuoti è sostanzialmente cambiato e vede ampi vuoti e ampi pieni.
In questo modo si ha avuto e si ha la presunzione di rendere tutti gli spazi pubblici dei luoghi di socializzazione,
ignorando o stravolgendo i suggerimenti che ci giungono da centinaia di anni di storia.

L'obiettivo che ci siamo preposti è quello di identificare le leggi con le quali le città si sono stratificate, studiarle tracciando dei modelli di sviluppo e riproporle in chiave contemporanea nel processo di pianificazione urbana dello S.D.O. Casilino.



giovedì 24 novembre 2011

Modello sperimentale di evoluzione urbana per la riqualificazione dell'ex S.D.O Casilino




Carissimi lettori, innanzitutto benvenuti in questa nostra avventura.
Questo blog nasce con l'intento di condividere con voi l'intero percorso di tesi di laurea di due giovani studenti di architettura.
La volontà di condivisione fonda le sue basi nel duplice obbiettivo di portare a conoscenza di tutti le analisi necessarie allo sviluppo delle idee progettuali come di avere un confronto diretto con voi lettori, intavolare discussioni e poter arricchire il nostro ultimo percorso formativo dal punto di vista accademico.
Vi lascio quindi alla relazione che è stata allegata alla presentazione della domanda di tesi, la quale racchiude gli obbiettivi principali che ci siamo preposti scegliendo di pianificare un quartiere all'avanguardia sotto tutti i punti di vista.

Per vostra conoscenza i relatori scelti sono:

Prof. A. Giancotti (progettazione urbanistica e architettonica)
Prof. L. De Santoli (impianti tecnici, smart grids)
Prof. E. Arbizzani (tecnologia dell'architettura)

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Modello sperimentale di evoluzione urbana
per la riqualificazione dell'ex S.D.O Casilino

Progettazione integrata di un’area, ora residuale, come cucitura urbana all’interno di una zona densamente popolata del comune di Roma.
Per  questo intervento si cercherà di ideare un nuovo sistema urbano nel quale attraverso l’armonica disposizione dei segni architettonici e attraverso l'integrazione ragionata delle reti, di funzioni di Social-Housing e servizi di livello locale e urbano, si possano incentivare le relazioni sociali e la cooperazione tra gli individui. Nell’intervento si andrà ad integrare, a tutte le scale di progetto e in tutti i sistemi che lo permettano, l’utilizzo di tecnologie costruttive ed energetiche sostenibili in modo da gettare le basi dell’architettura del futuro. 

La tesi pone dinnanzi a sé quattro obiettivi fondamentali:

  • applicare i principi della sostenibilità a tutte le scale di progetto
  • riprendere e sviluppare i principi di Co-Housing e Public-Housing sulla scia degli esperimenti del nord Europa
  • dimostrare la competitività di mercato del progettare responsabile su diverse scale
  • configurare l'urbanizzazione alla stregua di una centrale elettrica, mediante l'utilizzo di una smart grid che colleghi tutte le diverse unità produttrici di energia da fonti rinnovabili, e riversi la percentuale inutilizzata di energia prodotta nella rete di grande distribuzione.

Nel perseguire questi obiettivi si andranno ad affrontare diverse tematiche:

  • Come adattare a scala locale i moderni esempi di architettura sostenibile? Come collocarli all’interno di un contesto urbano con secoli di storia alle spalle? Progettare in un vuoto urbano assumerà il significato di urbanizzazione responsabile e socialmente avanzata che sarà in parte volta a mitigare le problematiche presenti nelle zone limitrofe: alleggerire la viabilità, assorbire l’inquinamento e produrne il meno possibile , fornire i servizi base per l’area di progetto e quelli mancanti nelle zone limitrofe.
  • Sviluppare nuove possibilità per riorganizzare sostanzialmente il rapporto tra natura e tessuto urbano a favore dell’ambiente e dell’uomo. Il verde urbano dovrà diventare una grande opera, progettata anch’essa, che si svilupperà di pari passo con il costruito in modo da ottenere molteplici effetti: miglioramento del microclima urbano e del bilancio energetico, filtrazione e purificazione dell’aria dalle polveri e dagli inquinanti, attenuazione dei rumori, arredo urbano e miglioramento della viabilità, migliore fruibilità urbana.
  • Promuovere l’integrazione sociale attraverso la conformazione e la disposizione spaziale delle funzioni all’interno dello stesso manufatto edilizio. Appropriarsi di concetti consolidati come la mixité e dei modi di vivere propri del co-housing e del public-housing, discuterli e riproporli in chiave attuale per soddisfare i cambiamenti sociali portati dal frenetico sviluppo del XXI secolo;
  • L’approccio della progettazione tecnologica deriva dall‘integrazione tra tecnologie energetiche di frontiera, sistemi bioclimatici passivi e materiali naturali allo scopo di ottenere il massimo comfort, la massima salubrità indoor e la maggiore sostenibilità.
  • Non ultimo in ordine di importanza, sarà l’obiettivo di ottenere abitazioni a prezzi “Public housing”, o perlomeno in linea con quelli degli standard europei, che sono di norma molto più bassi di quelli italiani. Il problema a questo punto risiede nella strenua volontà di ottenere un manufatto hi-tech, e le nuove tecnologie, solitamente, fanno lievitare i costi. Per questo la scommessa sarà di organizzare al meglio il processo edilizio stringendo i tempi di cantiere. Questi ultimi infatti diventano troppo spesso determinanti quando si tratta di definire il costo al metro quadro all’utente finale. Uno dei mezzi per raggiungere quest’obiettivo sarà l’utilizzo di soluzioni automatizzate, di parti prefabbricate e sistemi montati a secco

Bibliografia:
  • Norbert Lechner: Heating, Cooling, Lighting: Design methods for architects” Ed. Wiley
  • Josep Maria Montaner: Sistemas Arquitectonicos Contemporaneos; Ed. Gustavo Gili
  • V.Bagicalupi/C.Benedetti: Progetto ed energia; Ed. Kappa
  • M.Marrocco: Progettazione e costruzione bioclimatica nell'architettura; Ed. Kappa
  • N. Tubi, M.P. Silva, F. Ditri: “Gli edifici in pietra” ; nella collana “Progettazione ecologica” a cura di G. Scudo e M. Grosso. Ed. Esselibri - Simone
  • R. Luckmann: “Elementi e parti dell’edificio”. Ed. UTET
  • C. Latina, L. Giannini: “Repertorio di particolari costruttivi”. Ed. UTET
  • AA. VV.: “Manuale pratico di Edilizia Sostenibile” ; nella collana “Progettazione ecologica” a cura di G. Scudo e M. Grosso. Ed. Esselibri - Simone
  • K. Tichelmann, J. Pfau: “Costruzioni a secco” nella collana “Praxis”. Ed. UTET
  • T. Hugues, L. Steiger, J. Weber: “Legno” nella collana “Praxis”. Ed. UTET
  • T. Hugues, L. Steiger, J. Weber: “Pietra naturale” nella collana “Praxis”. Ed. UTET
  • M. Hegger, M. Fuchs, T. Stark, M. Zeumer: “Atlante della sostenibilità” Ed. UTET
  • J. Natterer, T. Herzog, M. Volz: “Atlante del legno” Ed. UTET
  • C. Loyd Jones: “Atlante della bioarchitettura” Ed. UTET
  • http://www.humdingerwind.com/#/wi_large
  • B. Zevi: “Nuovo manuale dell’architetto” Ed. Mancosu
  • “Manuale dell’architetto” Ed. Hoepli
  • David Squire: “Alberi e arbusti: Guida indispensabile alla selezione” Ed. Il castello